Per gestire le attività di venericoltura e di pesca collettiva il CIV adotta le seguenti azioni che sono parte integrante di un Piano di Gestione:
Il principio ispiratore del CIV è quello di consentire la possibilità di introdurre sistemi gestionali in grado di aumentare il valore aggiunto prodotto dalla risorsa in favore degli operatori, attraverso azioni che riguardano la gestione di aree di pesca effettuata direttamente dal Consorzio così da garantire un equilibrio fra sforzo di pesca, dimensione degli stocks e attività di coltivazione e regolazione del prelievo. Con questa linea d’azione il CIV ha intenzione di perseguire quanto fatto in mare dai Consorzi di Gestione dei Molluschi (Co.Ge.Vo.) per la gestione di vongole, fasolari e cannolicchi, che sono operativi con risultati soddisfacenti da oltre un ventennio e con un modello gestionale avvallato sia dalle Istituzioni nazionali che da quelle comunitarie.
CONZORZIO ITTICO VENEZIANO
ADDETTI:
35 (graduale aumento fino a 70-80)
SUPERFICIE DI ALLEVAMENTO:
35-40 ettari (prospettiva a 400 ettari)
Tutti gli operatori che hanno aderito al CIV conferiscono le quote di prodotto raccolto all’interno delle aree in sub-concessione e/o nelle attività di pesca gestita e controllata dallo stesso Consorzio, presso il punto di sbarco situato a Treporti nella zona della Ricevitoria, come indicato nella Figura 13.1.
Durante la prima fase sperimentale di attività il Consorzio Ittico Veneziano ha controllato che gli operatori rispettino le comunicazioni relative ai quantitativi di T. philippinarum da raccogliere, agli orari di pesca, alle modalità di conferimento del prodotto, al rispetto delle aree di raccolta, senza comunque applicare alcuna sanzione, ma richiamando con diffide eventuali operatori che disattendono le regole. In linea di massima tutto si è svolto nel rispetto delle regole imposte, senza alcuna situazione negativa o di tensione. Su questa base il CIV ha deciso di proseguire con una linea di controllo generalizzato fino a quando il sistema non sarà a regime, o quanto meno non si stabilisca una regolarità nelle attività direttamente gestite.
Tenendo in considerazione la situazione attuale del comparto in laguna settentrionale, la componente seme, utile a riattivare dal punto di vista biologico e produttivo, è un tema fondamentale da risolvere e cercare di gestire nel migliore dei modi. Finora, ed in una situazione “normale”, sia il CIV che le Cooperative della laguna Nord hanno sempre valutato l’opportunità di partecipare alle campagne di raccolta seme organizzate in modo centralizzato da San Servolo Servizi (ex GRAL ed attuale Ente gestore). Ma la scarsità operativa nella raccolta di seme sta suggerendo ai gestori della laguna Nord di esplorare strade alternative al fine di consentire ai propri operatori la possibilità di continuare la raccolta/allevamento della risorsa vongola filippina. Al momento, in assenza di accordi con gli Enti Gestori, non è possibile agire diversamente da una raccolta seme centralizzata e gestita da San Servolo Servizi o da un acquisto privato di materiale giovanile da altri ambiti, sempre nel rispetto del regolamento vigente nella laguna di Venezia.
Le decisioni gestionali proposte dal CIV sono effettuate dopo coordinamento con la struttura tecnico-scientifica di riferimento e successivamente a monitoraggi della risorsa. In questa prima fase, la pesca gestita di prova è stata effettuata solo a seguito di monitoraggio delle aree in concessione al Consorzio e in base alle biomasse di T. philippinarum presenti. Parallelamente al presente progetto è in corso d’opera un Progetto del FLAG del Veneziano (FEAMP 23/SSL/2017 “Valutazione della risorsa Tapes philippinarum nell’ambito della laguna di Venezia bacini settentrionale e centrale”) portato avanti da Agriteco s.c. che prevede il monitoraggio della maggior parte degli ambiti della laguna Nord di Venezia, in modo da redigere un quadro informativo aggiornato sulla distribuzione della risorsa vongola filippina. Successivamente alla pubblicazione di tali dati, il CIV trarrà alcune importanti e strategiche conclusioni su come proseguire le attività gestionali per la pesca di T. philippinarum nel bacino settentrionale della laguna di Venezia. Nel suo processo di sviluppo il CIV intende proseguire su questa linea gestionale ed avere dati aggiornati sulla situazione della risorsa vongola filippina in laguna Nord, in modo da migliorare il sistema produttivo e non creare situazioni di sofferenza e/o di over-fishing.
PROPOSTE PER MIGLIORARE LA GESTIONE Il primo Piano di Gestione del Consorzio Ittico Veneziano (CIV) rappresenta l’avvio di un processo per valorizzare le produzioni ittiche lagunari e mettere in condizioni di operare tutti gli addetti ad esso iscritti. Il CIV guarda già oltre questo primo Piano di Gestione, che nell’ottica di sviluppo può durare al massimo 3 anni, e pone le basi per migliorare la gestione della risorsa ittica lagunare, considerando i dati aggiornati della distribuzione di Tapes philippinarum in laguna Nord. I passi successivi che il CIV intende mettere in opera riguardano:
Relativamente alla gestione diretta dei lotti di laguna su cui effettuare una pesca collettiva controllata direttamente, il CIV, sulla base dei risultati ottenuti dal Progetto FEAMP 23/SSL/2017 “Valutazione della risorsa Tapes philippinarum nell’ambito della laguna di Venezia bacini settentrionale e centrale”, ha individuato una serie di macroaree, riportate nelle figure sottostanti, per complessivi 390 ettari circa, da richiedere direttamente al Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per il Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia – ex Magistrato alle Acque di Venezia, per successivamente iniziare le attività di raccolta e commercializzazione.
Essendo le aree richieste dal Consorzio Ittico Veneziano oggetto di attività di pesca e non di allevamento (venericoltura) possono essere rimodulati i canoni di concessione direttamente con il Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per il Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia – ex Magistrato alle Acque di Venezia.
Il CIV propone già in questa fase una possibile doppia soluzione a riguardo, con:
Infine, l’interlocuzione diretta con i vari Enti preposti al controllo renderebbe più veloci le pratiche amministrative per la richiesta di autorizzazioni, classificazioni, permessi, deroghe, ecc.
Come ultimo tassello per la venericoltura il CIV prevede la costituzione di un braccio operativo commerciale (O.P. – Organizzazione di Produttori) per valorizzare le produzioni locali; avviare un processo di conoscenza dei prodotti trattati; accompagnare le imprese di pesca associate a diffondere una conoscenza di tracciabilità e trasparenza dei prodotti locali trattati; formare continuamente il personale imbarcato per garantire la sicurezza alimentare e la tutela dei consumatori; ricercare nuove opportunità commerciali per valorizzare le produzioni locali, con lo scopo di soddisfare il fabbisogno economico dei soci ed allo stesso tempo ridurre lo sfruttamento delle risorse in ambito lagunare.